Pronto a scommetterci il manager Nicola Falconi Investimento da 70 milioni
Un grande porto turistico sostenibile fuori della bocca di porto di San Nicolò capace di accogliere 2500 imbarcazioni medio grandi. È il progetto di Nicola Falconi: un investimento da 70 milioni. Nel momento in cui il progetto ricevesse i permessi, avrebbe già una cordata di imprenditori, italiani e stranieri, pronti a sostenere l’operazione.
A (ri)lanciare la proposta è il manager Nicola Falconi, che ha scandagliato la pista estera trovando investitori interessati. Non è una novità l’idea di un grande porto al Lido. L’idea di Falconi però aggiorna e mette insieme il vecchio progetto, presentato da Est Capital (poi fallito).
Inoltre, tiene conto anche dei suggerimenti dello Iuav che, tra le opere paesaggistiche del Mose, ha individuato la possibilità di realizzare una serie di porticcioli.
Il progetto di Nicola Falconi è una rivisitazione, inedita, del vecchio porticciolo mai realizzato a nord dell’isola e (sulla carta) è pronto.
La nuova Marina dovrà essere di dimensioni europee con una capacità di non inferiore a 2500 posti barca, affinché gli introiti possano sostenere i costi di realizzazione – dice il capitano Falconi – le mitigazioni ambientali e garantire una significativa occupazione specializzata.
Il porto turistico dovrà essere “verde”, rappresentando un esempio di sostenibilità apprezzata dalla clientela e dagli armatori esteri. Nel progetto valorizziamo energie da fonte rinnovabile, come sole, mini eolico e correnti marine. Le banchine dovranno essere attrezzate e dotate di impianti di depurazione.
La stessa diga di protezione dell’accosto marittimo a sud dovrà costituire una “parete” marina sommersa per agevolare l’insediamento e la protezione delle specie ittiche.
Nella grande infrastruttura dovranno trovare posto scuole pratiche per i mestieri del mare e sede adeguata per i volontari del salvataggio e soccorso marino.
La passeggiata sul porto dovrà essere di libero accesso alla popolazione e vi saranno ospitati pubblici esercizi e strutture di intrattenimento.
Solo così l’opera sarà “viva” ed integrata al territorio”.
Il Gazzettino, 7 gennaio 2022
