
Il manager veneziano Nicola Falconi è stato tra i primi ad accogliere al Lido l’attrice assieme al marito. Ecco il suo affettuoso ricordo, ricco di aneddoti “marinari”:
«Inizialmente il nostro rapporto era di lavoro” racconta Falconi “poi, poco alla volta, è diventata una conoscenza più profonda, fatta di stima reciproca, vorrei dire quasi di amicizia. Lei era una donna forte, indipendente, che non aveva bisogno di nulla, men che meno della notorietà. La sua cifra è sempre stata l’eleganza. Ricordo che una volta andammo a bere l’aperitivo a Malamocco, e subito, in un attimo si creò un capannello di gente». Nella sua casa veneziana aveva voluto lasciare tutto l’arredamento che aveva trovato. Unica eccezione un quadro importante che si era portata da Roma, e si narra fosse un Picasso.
Spaak alla spiaggia affollata del Lido, d’estate, preferiva i giri in barca, nella laguna. E fu proprio Falconi a vendergli la sua elegante imbarcazione, stile britannico tipo “aragostiera”, chiamata EXEAT, «Da tempo ci aveva messo gli occhi» riprende Falconi «e dopo un lungo corteggiamento alla barca, proprio per l’amicizia che si era creata, non seppi dirle di no. Così all’acquisto brindammo a bordo con una bottiglia di champagne Dom Pérignon». A Venezia, poi, l’attrice ha prestato, con generosità, più volte la sua immagine per cause importanti. Tra queste non si può non ricordare lo spettacolo al teatro Goldoni, nel gennaio 2019, “ll segreto di Hanna” per commemorare la Shoah. Non era di origini ebraiche, ma Spaak era sempre rimasta profondamente legata alla cultura ebraica, ricordando che la sua famiglia in Belgio aveva dato accoglienza e salvato numerose famiglie ebree.