Nicola Falconi per la ricostruzione del Bucintoro

Il capitano Nicola Falconi appoggia ed ospita il nuovo corso della Fondazione per la ricostruzione del Bucintoro

Nicola Falconi

Bucintoro del terzo millennio, eterna opera incompiuta. Ma adesso si spera.

Da trent’anni si vocifera della sua ricostruzione. Oggi, però, il sogno eternamente incompiuto del Bucintoro del Terzo Millennio e della Pace è rilanciato dalla Fondazione Bucintoro. Ad animare il progetto già approvato nel 2004 dal Registro Italiano Navale c’è l’entusiasmo del generale Giorgio Paternò. L’intenzione è chiara e grida rinascita.

Perché i lavori, come spero, riprendano da settembre, servono finanziamenti che mi auguro arrivino dall’imprenditoria veneta – chiarisce Giorgio Paternò – Per farlo, è fondamentale trasmetterne la storia ai giovani, coinvolgere nella sua realizzazione il meglio della cantieristica navale locale e accogliere l’amministrazione comunale come socia sostenitrice del progetto. Il Sindaco Luigi Brugnaro ne sarebbe presidente onorario.

L’intervento delle istituzioni

Non può allora che far ben sperare il recente ingresso che vi ha fatto l’assessore comunale al Lavori pubblici e al decoro urbano, Francesca Zaccariotto:

“Che questa barca cosi importante venga ricostruita a mano e lasciata in dono a Venezia. È un’occasione talmente preziosa che dovrebbe costituire un felice sodalizio con le istituzioni cittadine”.

“Le stesse – continua Paternò – che durante le cerimonie ufficiali, rivivrebbero il mito e la tradizione legati a questa imbarcazione che nella sua genesi significa rivalutazione dei cantieri veneziani – come da principio è valso per l’intesa con Davino De Poli e i suoi fratelli Giovanni e Giancarlo di Pellestrina, e molte altre realtà lagunari – e di tutto l’indotto legato agli antichi mestieri. Ma ancora rilancio dell’Arsenale e gesto d’amore per Venezia, che per uscire dalla monocultura turistica deve tornare alle sue specificità”.

Cattedrale in legno

Una visione di lungo raggio e radici profonde, ancorate a quasi 35 metri dl lunghezza di galleggiamento, a circa 36 tonnellate di portata ornati da pregiatissimi arredi, e mosse da ben 168 rematori.

Una cattedrale in legno, atta a navigare secondo le attuali norme di sicurezza, resa sotto il profilo storico e iconografico dall’ingegnere Giovanni Scarpa Dini e il cui scheletro in lavorazione campeggia in una tesa dell’Arsenale, aspettando che qualcuno ci metta le mani.

“Decenni di disgrazie hanno trascinato quest’avventura che torna finalmente in auge – continua Giorgio Paternò – Presidenze passate di mano da De Poli a Dal Lago, da me a Orsoni e via discorrendo, riuscendo a esportare nel mentre il respiro del piano oltre i confini dei Paese.

Ora serve un cambio di marcia. A giorni recupero la statua di Venezia a Forma di Giustizia per la prua e domenica 29 festeggiamo il Gemellaggio Adriatico con la Festa della Sensa – conclude – È un’eredità che deve essere lasciata ai giovani”.

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Giovedì 26 Maggio 2022