“Il Battelliere” racconta l’idro-ambulanza “Apha-Charlie”

Il periodico “Il Battelliere” parla delle specifiche dell’idro-ambulanza d’altura per il soccorso in mare aperto, operativa a Venezia, grazie ad una convenzione con il Corpo Militare dell’Ordine di Malta.

"Il Battelliere"
"Il Battelliere"

Che si tratti degli stretti canali della laguna, di un fiordo norvegese o delle lunghe vie d’acqua del Sud America le caratteristiche di un’unità marittima dal lavoro adibita ad attività sanitaria, quella che normalmente viene definita idro-ambulanza, deve bilanciare tre elementi: «hardware, software e fattore umano»

Ne è ben convinto il capitano Nicola Odoardo Falconi, secondo cui «la cultura del soccorso in mare deve evolversi».

Il tempo delle scialuppe che tirano a bordo le persone a forza di braccia va messo in archivio. «Tecnologia e competenze sempre più specifiche possono garantire un salto di qualità fondamentale, prendo anche nuove prospettive di miglioramento nei livelli di sicurezza e assistenza nelle acque della penisola».

Nasce da questa idea ben radicata l’allestimento della “Alfa-Charlie”, prima idro-ambulanza d’altura per il soccorso in mare aperto, tra le novità più seguite lo scorso Salone Nautico di Venezia.

Un’iniziativa unica nel suo genere che Falconi ha portato a termine con la sua Adriatic srl, società attiva nel settore del supporto alle attività di ricerca scientifica e delle estrazioni marittime, di bonifica di esplosivi e residuati bellici, di organizzazione di presidi di sicurezza nei cantieri.

«La natura peculiare della nostra attività, la flotta a disposizione (25 unità nautiche dai 12,5 mt ai 25, ndr), il know how tecnologico, ci hanno portato in maniera quasi naturale concepire un’unità come la “Alpha-Charlie”.

Nata sostanzialmente come un sistema di autoprotezione aziendale, si è a mano mano evoluta fino a diventare un vero e proprio prototipo di quello che viene tecnicamente definito “punto medico avanzato” e “unità mobile di rianimazione”. In pratica, in condizioni meteomarine avverse, in presenza di nebbia o forti venti, quando gli elicotteri non possono alzarsi in volo, la nostra idro-ambulanza può partire verso il luogo di un eventuale sinistro e prestare una serie di servizi sanitari avanzati in attesa del trasferimento dei pazienti a terra».

“Il Battelliere” elenca le specifiche tecniche dell’idro-ambulanza

Per la preparazione di un mezzo così speciale è stato scelto, non a caso, un modello di scafo particolarmente collaudato: un Halmatic- Nelson 42′ caratterizzato da una sovrastruttura in vetroresina più ampia rispetto a quelli in uso per l’unità impiegate dalle forze dell’ordine e dai piloti dei porti italiani.

Con una lunghezza di circa 13 metri “Alpha-Charlie”, frutto di un certosino lavoro di riconversione e ristrutturazione, ha una portata di 12 persone e una stazza lorda di undici tonnellate.

Tra le particolarità: un idrante, da utilizzare per raffreddare la coperta e le lamiere nelle attività di esfiltrazioni in caso di incendi, un potente gruppo elettrogeno per alimentare tutta l’attrezzatura di bordo, verricelli per permettere di issare a bordo i pazienti nella massima sicurezza.

«Ci siamo orientati verso una barca abbastanza pesante ma dotata di due motori FTP IVECO da 500 HP ciascuno, revisionati, in grado di raggiungere in velocità il luogo delle operazioni. L’obiettivo era trovare il giusto mix tra prestazioni e manovrabilità, sia nelle manovre di affiancamento sia nel recupero in mare aperto».

La collaborazione con il Corpo Militare dell’Ordine di Malta

Nata, come si diceva, come unità di autoprotezione aziendale, l’idro-ambulanza d’altura offre un servizio a tutta la comunità marittima dell’Alto Adriatico grazie ad una convenzione con il Corpo Militare dell’Ordine di Malta, che mette a disposizione due medici.

«Sarebbe stato un peccato utilizzare un mezzo così sofisticato solo per i 50-60 giorni previsti dalle attività aziendali. Grazie alla convenzione, l’unità potrà garantire maggior sicurezza a tutte le attività marittime dell’area per buona parte dell’anno».

Un modello da seguire

Un primo passo, un modello da seguire, verso una ottimizzazione dei prezzi di sanitari marittimi lungo le coste della penisola. Su questo punto, in particolare, il nostro Paese ancora indietro e l’iniziativa partita da Venezia Lido potrebbe rappresentare il primo germe di una possibile riorganizzazione.

«C’è molta attenzione e fermento attorno alla nostra idro-ambulanza. Come privati abbiamo fatto il primo passo. L’auspicio è quello di un coinvolgimento maggiore della parte pubblica verso progetti di questo tipo. Da parte nostra abbiamo sviluppato tutte le competenze necessarie. Siamo pronti a replicare l’esperienza».