
MAGAZINE: Mare Fondali e Relitti
Merito della Regione Veneto, il riferimento è alla legge regionale n° 15 del 12 Settembre 2007, se mio figlio Andrea con la collaborazione del fratello Nicola e le barche e le attrezzature della loro Società, “C.A.M. Idrografica”, dopo anni di lavoro, ha potuto trovare, ispezionare, mappare e descrivere tutti i “Relitti del Golfo di Venezia.”
I Relitti del Golfo di Venezia
L’omonimo libro, stampato nel 2015, è stato editato, presentato e distribuito gratuitamente dalla nostra Regione con il saggio intento di servire da indagine preliminare volta a rendere più sicure le attività di pesca e navigazione. Ne è derivato anche un arricchimento dell’offerta culturale e turistica.
Nella sua esaustiva prefazione al libro, il Dott. Ing. Gianpaolo Bottacin, Assessore Regionale all’Ambiente, ha scritto tra l’altro: “L’idea centrale di questa iniziativa è fondata sulla constatazione che una corretta gestione e valorizzazione della risorsa marina non può prescindere dalla conoscenza e dallo studio delle particolarità presenti sui fondali.”
Efficienti mezzi subacquei compreso un sommergibile capace di scendere autonoma-mente ed operare fino a 500 metri di profondità con 3 persone a bordo, robot e mappe dei relitti e delle famose concrezioni rocciose dei nostri litorali, chiamate “tenue”, sono visibili al “Museo Attivo Falconi” del Lido di Venezia ad entrata e visite guidate gratuite. Una realtà da conoscere per la rilevante importanza culturale di un singolare mix di reperti storici dell’umano ingegno.
Il Relitto del Marianna
Quel bel nome di donna, insolito se non eccezionale per una nave da guerra e per giunta la prima a vele e ruote a vapore della flotta dell’impero Austro-Ungarico, identifica l’imbarcazione di cui narra il libro “Sulla nave dell’imperatore”, dei miei figli Andrea e Nicola Falconi, e del loro competente amico e subacqueo, Pier Paolo Zagnoni.
Il relitto, un legno a 2 alberi costruito a Porto Re, lungo metri 51,80, largo 8,20 dalla forza di macchina di 120 cavalli e una velocità di circa 10 nodi con con-sumo di ben 600 Kg/ora di carbone, dal 4 marzo del 1852 giace al largo del Po con il ricordo e qualche resto di ben 120 persone, tra dignitari ed equipaggio, che ha portato con sé nel naufragio causato da una tempesta di bora, dopo la sua partenza dal porto di Malamocco.
La nave Marianna, atta al mare e forte di tanti viaggi mediterranei di rappresentanza, non ha resistito ad uno dei più forti temporali che hanno sempre distinto le pericolose e basse acque dell’alto Adriatico. Essa faceva parte di un convoglio di altre 4 navi. A bordo della fregata “Volta” si trovava l’Imperatore Francesco Giuseppe in rientro a Trieste dopo una trionfale visita ufficiale a Venezia. Per il maltempo, grosse onde e forte vento, la partenza era da tutti sconsigliata.
Il giovane e troppo audace, ma poco marinaio Imperatore, l’aveva comunque ordinata con il tragico risultato di tanti danni alle unità arrivate a Trieste e Rovigo e con la perdita della splendida Marianna. Merito degli autori del libro non è solo quello di averne esattamente individuato e analizzato il relitto e le sue sparse componenti, anche meccaniche, ma pure quello di aver fatto studi e ricerche storiche, anche all’estero, molto interessanti e utili per marinerie del mondo e per storici e appassionati.
Magazine, marzo 2021